Archivio della categoria: Nutrizione

Sportello di orientamento nutrizionale

Si comunica che il giorno 3 settembre 2013, nel pomeriggio, presso il mio studio di Largo Arieti (zona Porta a Lucca) a Pisa, sarà attivo uno sportello gratuito di  orientamento nutrizionale per

 

 

  •  disturbi alimentari 
  •  obesità (adulti e bambini)
  • inappetenza infantile
  • disturbi dell’apparato digerente
  • percorsi familiari di educazione alimentare
  • laboratori per bambini

E’ necessario prenotare l’incontro telefonando al 347 0912780.

Vi aspetto!

Parlare di alimentazione…

E’ diventato parte del mio lavoro, parlare di alimentazione. Dopo una prima fase strettamente legata alla nutrizione clinica, ho integrato il mio lavoro allo studio scrivendo e comunicando la prevenzione attraverso il buon cibo e gli stili di vita corretti. Sono venuta a contatto con il mondo agricolo, con quello della grande distribuzione, quello della ristorazione collettiva e mi sono resa conto che parlare di alimentazione significa conoscere e relazionarsi a vari ambienti, varie professionalità, numerosi contesti.
Non avrei mai immaginato, però, che il mio lavoro mi avrebbe portato su un palco che, almeno apparentemente, sembra così lontano dai luoghi in cui comunemente si parla di cultura del cibo e sana alimentazione!
E’, dunque, con curiosità e un po’ di batticuore che mi preparo a questi tre Giovedì della Nutrizione, promossi dal MdS e patrocinati dal Parco di San Rossore.

Una nuova esperienza, una passeggiata insolita attraverso ambienti e contesti diversi da quelli convenzionali, in un quadro suggestivo, quello de La Versiliana, a Pietrasanta!

Vi aspetto!

 

Articoli correlati:
http://www.ognisette.it/news/marina-di-pietrasanta.-tavola-rotonda-sulla-nutrizione-alla-versiliana/

http://247.libero.it/rfocus/18408150/0/marina-di-pietrasanta-tavola-rotonda-sulla-nutrizione-alla-versiliana/

http://www.versiliatoday.it/evento/2013/07/23/101831/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=101831

 

 

Gusti, disgusti, fame e sazietà

Quando mangiamo, in genere, non ci chiediamo quali meccanismi ci portano a scegliere un alimento e a cibarcene. Eppure, dietro un atto così frequente si cela una serie di stimoli sensoriali e di risposte neurologiche molto complessi, che caratterizzano ognuno di noi e il nostro comportamento alimentare.

Il gusto per un dato alimento è un fattore estremamente individuale, legato, oltre che al profilo genetico, ad una serie di stimoli sensoriali piacevoli (ricordi, impressioni, sensazioni, sentimenti ed emozioni) con i quali il cervello si confronta prima di scegliere un cibo. In modo speculare, il disgusto per un dato alimento deriva da esperienze e sensazioni negative legate al suo consumo che costituiscono una memoria sensoriale indissolubile. I comportamenti che ne derivano hanno avuto grande importanza nelle varie tappe delle nostra evoluzione, rappresentando, spesso, una delle poche possibilità di sopravvivere ad alimenti potenzialmente tossici.

Gustare o meno un cibo dipende, dunque, dalle sensazioni attuali e pregresse. Oggi sappiamo anche che le sensazioni più gradevoli derivano da particolari miscele di zuccheri, grassi e sale che compongono certi alimenti. Le reazioni a tali miscele, tutt’ora oggetto di studio, sono all’attenzione dell’industria alimentare ogni volta che un nuovo prodotto deve essere immesso sul mercato. Moltissimi cibi industriali, infatti, sono costruiti “a tavolino”, senza che alcun dettaglio venga lasciato al caso. Di recente, un interessante articolo pubblicato sul settimanale tedesco Der Spiegel spiega, citando l’ultimo di libro del premio Pulitzer Michael Moss, come le industrie che sfornano prodotti alimentari di largo consumo studino e progettino il cibo “emozionalmente perfetto” al fine di fidelizzare il consumatore, piuttosto che nutrirlo.

Quali sono le conseguenze di questi cibi sulla nostra salute?

La risposta è insita nel meccanismo che regola il ciclo fame-sazietà. In generale, quando le scorte energetiche sono insufficienti avvertiamo il senso della fame; mentre, quando il cibo ci ha fornito sufficiente energia ci sentiamo sazi e smettiamo di mangiare. Così descritto, il meccanismo sembra essere di una ovvietà sconcertante. In realtà, nella regolazione del ciclo fame-sazietà intervengono molti e complessi sistemi inconsci, selezionati in migliaia di anni dai processi evolutivi. Una raffinata serie di segnali metabolici, endocrini e neurologici regola il fabbisogno energetico del nostro organismo, registrando ed integrando al contempo gli stimoli provenienti dall’ambiente.

Tuttavia, oggi, l’accesso ad ogni genere di alimento, lo stress, gli stili di vita frenetici e poco sani, mettono a durissima prova il nostro istinto, l’equilibrio energetico e la chimica che li regola. Accade, così, di rifugiarsi nel cosiddetto confort food, cioè in alimenti estremamente calorici che, facendo presa sulle nostre sensazioni, le nostre nevrosi e i nostri bisogni inconsci, forniscono una soddisfazione immediata del palato, creando dipendenza e le basi per l’accumulo di peso e tutto ciò che ad esso consegue.

Ecco che i meccanismi del gusto e del disgusto, così come della fame e della sazietà, vengono destabilizzati, condizionati e spesso destrutturati dalla presenza sul mercato di prodotti estremamente appetibili, poco nutrienti e a buon mercato che agiscono come droghe sul nostro cervello, rendendoci sordi ai reali bisogni dell’organismo.

Saperlo, forse, è già cominciare a cambiare!

 

Pubblicato su Dimensione Agricoltura, luglio 2013

 

 

Sportello gratuito di orientamento

Si comunica che il giorno 25 giugno 2013, nel pomeriggio, presso il mio studio di Largo Arieti (zona Porta a Lucca) a Pisa, sarà attivo uno sportello gratuito di ascolto e orientamento per

  •  disturbi alimentari 
  •  obesità (adulti e bambini)
  • inappetenza infantile

 

E’ necessario prenotare l’incontro telefonando al 347 0912780.

Vi aspetto!

In punta di forchetta!

Un interessante studio americano sull’alimentazione preventiva (The China Study), recentemente tradotto in italiano, dimostra che la maggior parte delle patologie cardiovascolari, metaboliche e tumorali possono essere prevenute con uno stile alimentare sano.
Uno dei suoi autori, T. Colin Campbell, sostiene difatti che la causa delle malattie più comuni cui andiamo incontro sta “in punta di forchetta” e che, pertanto, è possibile gestirla e controllarla.
A pensarci bene, è una gran bella notizia! Significa, infatti, che con le nostre scelte alimentari siamo in grado di scegliere se stare bene o stare peggio.
In realtà, non è una novità. Il filosofo Feuerbach (1804-1872) asseriva :”Noi siamo quello che mangiamo”, indicando che il cibo che assumiamo influenza il nostro stato di salute fisica e mentale.
Ma molto tempo prima, Ippocrate scriveva “Fa che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo.”, indicando una via naturale alla prevenzione e alla cura delle malattie.
Se siete appassionati di internet e provate a fare una ricerca con le parole chiave “alimentazione e patologie” rimarrete esterrefatti di fronte alla mole enorme di produzione scientifica disponibile. Se leggete quotidiani e periodici non vi sarà sfuggita l’attenzione, ormai diffusissima, alla relazione fra cibo e salute.
Direi, quindi, che non ci manca di certo l’informazione. Potremmo vivere in un mondo di persone in salute, lucide, dinamiche e fiduciose nel futuro.
Invece, paradossalmente, leggiamo numeri allarmanti sull’obesità, soprattutto quella infantile (un bambino italiano su tre ha un peso eccessivo), sul diabete di tipo due (in continuo aumento e ad insorgenza sempre più precoce), sull’osteoporosi (presente già negli adolescenti e nei giovani adulti). Qualcosa non funziona come dovrebbe, allora.
Il cammino dell’informazione che, una volta acquisita, deve trasformarsi in consapevolezza e guidare le nostre scelte alimentari è, in qualche modo, disturbato, deviato, contaminato da altre informazioni, altri condizionamenti, altra “cultura”. La punta della nostra forchetta, dunque, è disconnessa dall’informazione che abbiamo acquisito ed è pesantemente condizionata dalle informazioni fuorvianti degli spot pubblicitari, che, spesso travestiti da messaggi salutistici, fanno presa sui nostri sensi di colpa e sulla mancanza di tempo, per spingerci ad un consumo poco critico e poco consapevole.
Ma il cibo non è un oggetto tecnologico, né un elettrodomestico e neppure un capo di abbigliamento: il cibo è ciò che diverrà parte di noi. Una volta ingerito ed assorbito, esso si trasformerà in ossa, carne, sangue, ecc. Come si può, quindi, rinunciare al proprio istinto, al proprio senso critico e alla propria consapevolezza dovendo scegliere “cosa essere” e come vivere?
Pensiamoci, ogni volta che decidiamo cosa infilzare alla nostra forchetta!

(Pubblicato su Dimensione Agricoltura di maggio 2013)

Voce del verbo seminare

Ci sono gesti che restano in mente e mettono radici. Uno di questi è l’apertura del braccio che semina a spaglio il grano. L’immagine del contadino con la pioggia di sementi intorno mi accompagna da sempre, rassicurante, sebbene oggi un po’ surreale.
La semina è un gesto antico che serba dentro l’agire un significato e una simbologia assolutamente immortali. Il grembo della terra accoglie il seme che darà i suoi frutti, dopo una crescita che vuole aria, terra, acqua, calore. Ricorda il ventre generoso delle madri.
La fertilità di un campo mi fa pensare al dono, all’offerta, al bisogno e alla sua soddisfazione. Ma l’essenziale generosità di una spiga di grano stride, nella mia mente, con l’attuale distorsione di questi concetti. Scambiamo continuamente i “desideri” per “bisogni“. Il bisogno, però, è limitato per definizione, dalla necessità precisa che lo esprime. Il desiderio, invece, no!

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Per pulirsi la bocca …

Non sono pisana. Sono approdata in questa bella città nel 1983, dal profondo sud, terra di cannoli, pomodori secchi e pasta di mandorle.

Al primo pranzo da amici, dopo arrosti e patate al forno, arrivò un tagliere con pecorini locali a pasta molle o consistente, freschi, stagionati, piccantini. Nonostante fossi decisamente sazia, mi ci tuffai a capo fitto e, dopo aver soddisfatto il mio palato da sorcio ghiotto, chiesi se si trattasse di una tradizione toscana o se fosse stata un’eccezione. I miei ospiti si guardarono interdetti e il più anziano, fra un boccone di pecorino e un altro di pane sciocco, rispose: “è pe’ pulissi la bocca, no?”. Allora, giuro, mi sembrò quasi una goliardata.

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Vuoi perdere peso?

1- Regola numero uno: smetti di contare le calorie. Il cibo non è un nemico, ma nutrimento e condivisione.
2- Nascondi le bilance: sia quella per alimenti, che quella pesa-persone.
3- Compra cibo fresco e vegetale. Che sia locale e stagionale.
4- Nascondi le chiavi dell’auto e impara a spostarti sulle tue gambe!
5- Evita cibi confezionati ed inutili (dolciumi e cibo spazzatura) .
6- Impara, conosci, scegli!

 

Studio Nutrizionale Giusi D’Urso 

Percorsi di Educazione e riabilitazione Alimentare. Per informazioni e appuntamenti:
347 0912780 

Piccoli gruppi al lavoro!



Percorsi di gruppo presso lo studio nutrizionale dott.ssa Giusi D’Urso
A Pisa, in Largo Arieti, 25, presso il centro serivizi Il Parlascio. 

Si tratta di gruppi di lavoro di almeno 5 persone (massimo 8). Gli incontri di gruppo, che partiranno dal 15 maggio, comprendono

  • conversazioni sulle strategie volte al mantenimento del peso adeguato, ad uno stile di vita sano e a scelte alimentari corrette;
  • laboratori pratici, per sperimentare gli strumenti appresi.

 

Percorso 1: “Ciccione a chi?”

  • A) per adulti: da 5 a 8 persone in sovrappeso o obese
  • B) per bambini: 5 bambini età 6-10 anni in sovrappeso o obesi
Percorso 1: “In pace con l’intestino”

Per adulti
: da 5 a 8 persone

 

Il lavoro di gruppo su temi quali il sovrappeso e il buon funzionamento dell’apparato digerente danno l’opportunità di confrontarsi e condividere problemi e soluzioni; offrono un luogo e un tempo per apprendere e sperimentare nuove strategie per rimanere in buona salute. Al centro di ogni percorso, oltre all’attenzione al proprio benessere, è posta la relazione umana, risorsa essenziale nel cammino verso stili di vita più sani!

Per informazioni sui costi e sulle date degli incontri, scrivere a
giusi.durso@libero.it, o chiamare al 347 0912780

Un bel contributo del collega Marcelli

DIETE? NO, GRAZIE

Come mai, nonostante tante diete e sistemi miracolistici proposti tutti i giorni da giornali, riviste, televisioni e negozi specializzati, l’obesità è in costante aumento piuttosto che diminuire?
Impariamo a conoscere cosa succede quando ci mettiamo a dieta.

STRATEGIE PER DIMAGRIRE

Sono in molti a credere che il sovrappeso e l’obesità siano condizioni derivanti solo da un’eccessiva assunzione di cibo. La strada da seguire per risolvere il problema è già tracciata.
Due sono, infatti, le strategie adottate:

  • ridurre la quantità di cibo (rilevante riduzione o dieta severa);
  • incrementare i tempi da dedicare all’attività fisica (palestra).

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