La scelta onnivora

Complesse modificazioni anatomiche hanno portato l’essere umano al bipedismo e alla riduzione dei muscoli masticatori a vantaggio dell’elasticità cranica. Uno studio del 2004, pubblicato su Nature, mette a confronto il cranio del gorilla a quello dell’Homo sapiens. Ebbene, le zone di attacco dei muscoli della masticazione sono molto più estese nel gorilla che nell’uomo, nel quale sono limitate all’aera temporale e lasciano le suture craniche libere di espandersi elasticamente.

L’autore chiama questo “deficit” umano handicap alimentare, in virtù del quale il cervello umano, durante lo sviluppo postnatale, cresce tre volte e mezzo rispetto a quello del gorilla. “Brain versus brawn”, cervello versus muscolatura, ovvero efficienza mentale rispetto a forza fisica (masticatoria). Questa equazione si è realizzata grazie alla sopravvivenza alimentare dei portatori dell’handicap masticatorio: il deficit, paradossalmente, è stato “selezionato” ed è sopravvissuto a condizioni estreme. Contestualmente, per avere un grande cervello, oltre alla “gracilizzazione” dell’apparato masticatorio, è stata necessaria un’alimentazione estremamente appropriata alle esigenze nutrizionali di un essere bipede, nomade, dal cranio elastico, ma dalla masticazione non potentissima. L’onnivorismo: ecco l’importante spinta evolutiva che fa dell’uomo un Sapiens.

Il concetto del di tutto un po’ caro ai nostri nonni indica, peraltro, la via maestra per non incorrere in squilibri alimentari e, nella nostra epoca così “contaminata”, di non rischiare il pericoloso l’accumulo di qualche sostanza potenzialmente tossica e dannosa. L’alimentazione delle famiglie presenta oggi un eccesso di proteine animali e zuccheri semplici (oltre che di additivi alimentari), soprattutto quella dei bambini, a discapito di cereali integrali, legumi e frutta. Questa tendenza così diffusa pone a rischio la crescita dei nostri figli e costituisce una delle cause più importanti di obesità, osteoporosi, ipertensione e sindrome metabolica sin dall’adolescenza.

Tornando alla parentesi antropologica, c’è ancora qualcos’altro su cui riflettere. La riduzione dell’apparato masticatorio e dell’ampiezza del palato è stata il presupposto essenziale per l’articolazione di fonemi tipici del linguaggio umano, insostituibile strumento di socializzazione, insieme al cibo e alla sua condivisione. Sempre riguardo al cibo come strumento sociale, Charles Darwin, nel suo “L’expression des émotion chez l’homme et les animaux” (1874) notava che in molte lingue il cibo e la bocca sono indicati con “mum”, “ham”, “am”. E che per indicare la madre si trovano sequenze del tipo “am”, “ma”. Onnivorismo, mamma, grande cervello ed evoluzione. Vi lascio riflettere!

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